Comandante Alfred Peter WEICHLEIN e la M/N BREGAGLIA
“Pacha” in francese è il rispettabile sinonimo di un comandante di nave, basato sul titolo che il grand’ammiraglio della flotta ottomana portava tra il 1401 e 1867. Il Termine “Grand mât” è un popolare sopranome, usato soprattutto nell’era dei velieri simbolizzando la rilevanza a bordo. Il termine “Vieux” (il vecchio) sembra decadente, però senza essere maligno. Il suo nome e le sue diverse missioni si possono trovare su siti internet riguardanti il tema dell’ultima guerra (u-bootarchive.de). Tuttavia non mi aveva mai raccontato esaurientemente di quei tempi della sua vita, eccetto quando una volta ci trovavamo nelle acque difficili dell’Öresund, Kattegatt e Skagerrak, dicendomi che queste acque le conosce bene sia in superficie che in profondità. Era stazionato anche in basi portuali francesi (St – Nazaire, Lorient) dove aveva scoperto e assaggiato un grandissimo vino Bordeaux, il Entredeux-Mer. Perciò lo avevamo anche a bordo per particolari occasioni. Agli inizi del 1962 era imbarcato sulla sua prima nave svizzera, la nave da carico generale “Allobrogia” della TMSO (Transports Maritimes Suisse-Outremer SA di Ginevra, una succursale al 100% della Banque Pictet, Ginevra). Poi nel 1963 era imbarcato sulla prestigiosa “Ariana” – sempre una nave merce varia, dove mio cugino aveva l’onore di poter navigare sotto il comando del comandante Weichlein. Anche l’“Ariana” era in servizio per la Suisse-Outremer SA. Nel marzo 1963 la Compagnia Suisse-Atlantique aveva acquisito le tre navi “A” della Suisse-Outremer, Cioè la “Anunciada”, “Allobrogia” e la “Ariana”. L’ultima delle quali era passata alla Helica AG di Ginevra. A metà del 1965 Alfred Weichlein aveva preso il comando della M/N BREGAGLIA, dove lo avevo conosciuto. Questa rinfusiera era diventata la “sua nave”, sulla quale era ingaggiato fino alle fine del 1972, fino a quando era stata ceduta a dei cinesi, i quali la rinominavano “Koro Sea” e rimanendo in servizio fino al 1983. Di seguito rilevava comandanti che andavano in vacanza su altre navi della compagnia, cioè “Silvretta”, “Corviglia”, “General Guisan”, “Lavaux” e “Silvaplana”, fino a quando nel 1981 all’età di 66 anni si era definitivamente sistemato a terra
Alfred Peter Weichlein, durante un’intervista a Halifax Con il comandante Weichlein avevo la fortuna, di navigare su quasi tutti i mari e visitare quasi tutti i continenti durante il mio periodo da navigante. Come scritto nel mio libro “Lettres de Mer”, la Bregaglia era la prima nave di due gemelle, due navi da trasporto, adattate per transitare le chiuse del fiume San Lorenzo, il quale attraverso i Grandi Laghi porta negli Stati Uniti. Nessun’altro aveva descritto meglio le navi come Jean Pierre Vuillomenet nel suo libro “Carnet de Bord” edito dalla casa editrice Cabédita: Un certo tipo di chiglia era l’unica soluzione per eliminare la instabilità prevedibile, cancellando un tratto di penna; si sarebbero intrappolate nelle chiuse. Così, contro ogni ragionevolezza, nei cantieri di spalato, sono sorte le due navi gemelle Bregaglia e Bariloche. Queste vasche da bagno non smettevano mai di dondolare da un lato all’altro? La BREGAGLIA era stata costruita nel 1962 nel cantiere “3. Maj” di Rijeka, Jugoslavia. Le dimensioni dello scafo 170,42 m x 22,50 m ad una immersione di 9,16 m. La stazza lorda era 14'920 tonnellate e la stazza netta 9'367 con un dislocamento di 19'620 DWT e una portata di 18'000 tonnellate. Il propulsore della nave era un Sulzer del tipo 6RD76 erogando una potenza di 7'800 Cv permettendo una velocità di 14,5 nodi. Contrariamente alle altre navi, la BREGAGLIA non era conforme alle norme dei Lloyd’s (Inghilterra), ma a quelle del Burau Véritas (Francia). Si tratta di una specie di omologazione della nave ed è noto che le diverse società di classificazione usano diversi criteri. Maier Form probabilmente era costretta a collaborare con il Bureau Véritas, oppure era un po più indulgente, non avevo mai cercato di scoprirlo, ma rimane il fatto che queste navi gemelle avevano una pessima reputazione riguardante la stabilita e si sapeva che anche con mare tranquillo rollavano fortemente.
Disegno di un membro dell’equipaggio Lo avete capito, la BREGAGLIA era una nave sgradevole, ma nonostante ciò ero imbarcato per oltre tre anni. Questa nave sembra che avesse una misteriosa attrazione, della quale non solo io ero attratto. Un piccolo aneddoto riguardante le enormi sbandate. A bordo della BREGAGLIA esisteva una particolarità, che su altre navi non avevo mai più incontrato. Il 1° ufficiale di coperta e il direttore di macchina consumavano i pasti al tavolo del comandante. Così potevano discutere assieme i problemi e la condotta della nave. Durante le manovre portuali il 3° ufficiale era a prua, il 2° era sul posto di manovra a poppa ed il 1° ufficiale rimaneva sul ponte di comando con il comandante. Al nostro comandante piaceva anche fare musica e in cabina aveva un piano elettronico. Di tanto in tanto annunciava all’equipaggio che dava un concerto, accompagnato con una cassa di birra dalla sua provista personale: una birra tedesca marca Beck’s. Ci faceva ascoltare note melodie e ci invitava a cantare insieme. Erano veramente piacevoli serate e ovviamente questa persona straordinaria era in grado di mischiarsi sotto l’equipaggioe nello stesso tempo trasmettere il dovuto rispetto. Durante questi eventi del sabato sera non si manifestavano mai eccessi. Il comandante Weichlein aveva anche instaurato un concorso, potendo scommettere sulla data e sull’orario d’arrivo alla stazione piloti. Si scommetteva per una manciata di dollari che poi per la maggior parte finivano su un conto unico, dopo che al vincitore era stato consegnato la prevista vincita. Non mi era mai capitato di vincere, ma con questa cassa in comune abbiamo organizzato parecchie feste e comperato regali di natale, per non parlare della meravigliosa carne argentina per le feste. A bordo della BREGAGLIA avevo conosciuto un altro personaggio straordinario: il famoso “vogatore dell’impossibile”, Roger Montandon. Lui aveva attraversato l’Atlantico con una barca a remi che, come architetto navale, gli avevo progettato. Già durante una sosta intermedia a Rio de Janeiro si parlava di questa traversata. P.-A. Reymond © dicembre 2025 / Traduzione: HM |